Sintesi dei risultati
della ricerca

A cura di MPS - Evolving Marketing Research

Target e ampiezze campionarie.

Popolazione adulta italiana dai 18 ai 70 anni. Sono state realizzate 1.000 interviste CAWI dal 18 al 22 aprile 2020. Campione rappresentativo per quote socio-demografiche (area geografica, ampiezza centri, titolo di studio, professione, sesso e fasce d’età).


Obiettivi specifici dello studio:

  • Profilazione del target per caratteristiche socio-demografiche, composizione del nucleo familiare, dotazioni IT e expertise digitale.
  • Giudizio generale sul momento e sentiment degli italiani.
  • Le abitudini degli italiani prima, durante e dopo l’emergenza Covid-19 nell’ambito degli acquisti, del lavoro, del tempo libero, dell’informazione, dell’intrattenimento, dei servizi e delle relazioni.
  • Fiducia nelle istituzioni (locali, nazionali e sovranazionali) e nei servizi (scuola, sanità, informazione, sicurezza).
  • Il post-emergenza: come il Covid-19 ha cambiato gli atteggiamenti e quali sono le prospettive per il futuro.




Sentiment generale



Gli Italiani stanno affrontando questa emergenza con un atteggiamento combattivo: il 73% legge la situazione attuale in chiave positiva, dichiarandosi pronto a reagire (26%), puntando su informazione e preparazione (29%) e sulla forza data dall’unione (10%). Tuttavia, il sentiment generalizzato è di timore e incertezza per il futuro, come denota l’indice di sentiment pari a 54 su 100.




Gli ambiti di preoccupazione


1. La preoccupazione principale riguarda la situazione lavorativa, che il 71% degli occupati vede in peggioramento: il 18% ha già perso il lavoro o teme di perderlo nei prossimi mesi (quota che sale al 23% fra le donne e al 22% al Sud) e il 41% (45% al Sud) teme una riduzione delle entrate.



2. La metà degli intervistati prospetta un forte calo del reddito complessivo nei prossimi mesi: la variazione media è pari a -20%, con punte del -25% fra le professioni di basso livello. Si prevede di conseguenza una contrazione dei propri acquisti nei prossimi mesi, generalizzata a tutti i settori di spesa, ma che coinvolge più del 30% degli intervistati per gli acquisti durevoli o voluttuari come gioielli, pelletteria, attrezzature sportive, arredamento, articoli per giardino, grandi elettrodomestici, ma anche giocattoli e articoli per bambini.




Le abitudini che non cambieranno



In generale, al termine dell’emergenza, si prefigura un ritorno alle abitudini precedenti:

  1. Gli acquisti online, che hanno avuto un forte impulso legato alla chiusura di tutti gli esercizi commerciali ad esclusione di quelli di prima necessità, torneranno ai livelli pre-emergenza, ossia intorno al 10% del volume complessivo, con punte appena sopra il 15% per gli elettrodomestici, la tecnologia e i libri. Addirittura, in alcuni casi, come per libri, CD, DVD, si prevede una riduzione dell’acquisto online (-4%).

ACQUISTI ONLINE - valori % su totale acquisti


  1. Per il tempo libero si immagina un ritorno alle abitudini precedenti la crisi, ma senza un rimbalzo dei consumi legato alla ritrovata normalità. Si registra, al contrario, una lieve propensione a ridurre le occasioni di socialità nei luoghi pubblici, probabilmente per il permanere del timore del contagio. Lo dimostra, ad esempio, il 29% di Italiani che dichiara che continuerà ad evitare tutti gli spostamenti non indispensabili anche quando la fase di emergenza sarà terminata.
  1. Mentre per l’intrattenimento ci sarà un sostanziale ritorno alle abitudini pre-Covid, l’overload informativo di questo periodo (ci si informa molto di più su tutti i canali disponibili ad eccezione dei quotidiani cartacei) potrebbe lasciare in eredità una maggiore propensione alla lettura: dei quotidiani cartacei e online, dei siti di approfondimento e istituzionali e dei profili social degli esperti. Sicuramente ci sarà un lieve calo per l’informazione televisiva e sui social in generale, forse per un effetto di saturazione.



INFORMAZIONE – Frequenza media




Le abitudini che potrebbero cambiare



Al termine di questa emergenza rimarrà una maggiore consapevolezza digitale in ambito lavorativo, nella formazione e nei servizi. Nel lavoro, si prevede un aumento, rispetto al periodo precedente, dell’uso delle videochiamate con colleghi, clienti e fornitori, della frequenza di pubblicazione di contenuti sui social aziendali e anche del ricorso al lavoro agile.



AMBITO LAVORATIVO - frequenza media

Cresce la propensione ad accedere online ai servizi sanitari e a quelli della pubblica amministrazione, nonché all’acquisto online di prodotti assicurativi.



RELAZIONI E SERVIZI - frequenza media

Seguire corsi a distanza, che siano legati al lavoro e alla formazione oppure agli hobby e al tempo libero, che in questo periodo di emergenza è stato l’unico strumento disponibile, rimarrà una possibilità che gli Italiani intendono sfruttare più spesso rispetto al passato.



FORMAZIONE A DISTANZA - frequenza media

Anche nelle relazioni personali potrebbe esserci una piccola «svolta digitale», alla luce della dichiarata propensione a continuare l’abitudine di fare video chiamate ad amici e parenti con una frequenza superiore rispetto al periodo pre-Covid.




Outlook generale



La fiducia nella capacità delle istituzioni di gestire la situazione, ora e nei prossimi mesi, si attesta sotto la sufficienza sia per il livello locale (54/100 per il proprio comune e 55/100 per la regione) sia per quello nazionale (50/100 il voto al Governo italiano), e raggiunge il massimo della sfiducia nei confronti dell’Unione Europea (32/100).

Anche i servizi del territorio non sono considerati all’altezza: solo il servizio sanitario supera di poco la sufficienza (66/100).


L’outlook generale è dunque negativo, come mostra l’indice di visione del futuro pari a 57 su 100 e la quota di Italiani che guardando ai prossimi mesi si sente impotente (10%) o cerca tutt’al più di contenere i danni (38%).

Prevale un senso di autoprotezione che si concretizza in una riduzione delle spese per contrastare il previsto calo del reddito e una riduzione della socialità, soprattutto nei luoghi pubblici, per il timore di una recrudescenza del virus.




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